giovedì 9 febbraio 2017

Palermo Insegna 2017


  a cura della Redazione


 In occasione della  X edizione di Palermo Scienza
i ragazzi del plesso “Libero-Grassi” hanno deciso di preparare un loro personale Exhibit  inerente  il tema della manifestazione: l’AMBIENTE.

Come di consueto, le attività si svolgeranno all’interno del polo universitario in Viale delle Scienze presso il "Polididattico Edificio 19".
Entusiasti vi aspettiamo dal 14 al 19 Febbraio 2017per parlarvi... 
della mutevole e sfaccettata  CO2.



L’altra metà… della rivoluzione di genere

a cura di Rosa Tomasino


Mia madre è fissata con il femminismo, me ne parla spesso, non so perché?
E’ un fenomeno che non mi riguarda e mi annoia un po’, sono già indipendente e faccio tutto quello che fanno i miei coetanei maschi, e poi sa di vintage questo femminismo, non se ne parla neanche più a scuola. 
Mia madre dice che non è così, che la mia condizione è un risultato provvisorio che nel corso della vita posso parzialmente o del tutto perdere; ed è proprio la mia generazione ( ho 17 anni) a essere fortemente a rischio d’involuzione sul piano privato/familiare per via del futuro che mi aspetta: precarizzazione e mobilità lavorativa, età pensionabile molto avanzata, affievolimento delle conquiste sindacali, assenza del welfare da qui ai prossimi 30 anni etc.. Mi ha spiegato che in condizioni di instabilità economica familiare ed in presenza di figli, ( io li vorrei ) immediatamente si ripristinano i ruoli tradizionali e soprattutto antropologicamente condizionati dal vincolo naturale ed esclusivo della maternità che ancora e per fortuna, aggiungo, ci riguarda e pertanto ci  sono alte probabilità che io ritorni a stare a casa. Ma come?
Per ragioni economiche e per il proseguimento della specie io debbo tornare indietro?
Non se ne parla proprio!
Evolvetevi uomini del futuro, fate un passo avanti anche voi come lo abbiamo fatto noi conquistando con onore e competenza tutti gli spazi che la società maschilista ci aveva negato.
Ora tocca a voi conquistare tutti gli spazi che avete furbamente evitato come governare casa e accudire la prole con amore e tenerezza, proprio come una madre. Senza sentirvi sminuiti, anzi nobilitati dalla convinzione che state producendo reddito familiare a beneficio di tutti, anche, azzardo, per consentire una scintillante carriera alla vostra talentuosa compagna.
Questa sì che è una bella rivoluzione culturale di genere! Strano?
Mi sento femminista come la mamma!

Caffè macchiato

a cura di Barbara Pellegrino


È un po’ che una parola bombarda le nostre fragili menti. Gli intenditori del savoir vivre ci spiegano che la vera causa dei mali del mondo risiede nel fatto che non viviamo il quotidiano con “creatività”. Poiché a volte comprendo per definizioni, mi sono chiesta cosa si intenda per creatività, ma, non trovando soddisfazione nei dizionari, sono andata al secondo passo, ovvero, quando la teoria non aiuta, mi aiuto con gli esempi.
Quindi, alla loro ricerca, ho iniziato a guardarmi attorno.
Tutto ciò che ho percepito, però, era avvilente banalità, me compresa, finché non mi sono resa conto che, invece di aspettarmi l’inatteso fulmine che mi rischiari il grigiore incombente, il guizzante risolutore genio della lampada forse posso essere io.
Ho deciso quindi che la creatività non è inventare dal nulla, ma piuttosto, sviluppare in modo diverso.
Anche da discenti, per esempio, non memorizziamo solo nozioni, ma soprattutto proviamo a capire contenuti, connettere fatti, riorganizzare idee, rendere funzionali le teorie, sfruttare quanto possibile ciò che ci circonda o che già abbiamo.
Da tempo sono convinta che scoperte e invenzioni siano sempre state presenti in natura: le prime, intere; le seconde, in pezzi.
E li dobbiamo trovare noi.
Un mio vecchio insegnante soleva dire che gli alunni sono come grandi biblioteche disordinate, e che il suo compito era di mettervi ordine.
Sono d'accordo solo nella parte che ammette che ognuno di noi ha delle potenzialità. Non condivido, invece, che ci sia un ordine.
C’è un solo modo per svolgere un compito o far bene qualcosa?
La storia dimostra di no.
Il progresso umano è il risultato di anomale applicazioni della regola, è il prodotto di errori, incidenti, a volte disastri. E anche coloro che oggi chiamiamo geni sono quelli che in passato hanno pensato in un modo inconsueto (e spesso condannato).
Ma tutto quello che hanno fatto, molte volte, è stato solamente dare una nuova organizzazione o trovare un utilizzo alternativo. Hanno solo cambiato il loro punto di vista, hanno pensato in modo diverso da quello dell’epoca, e in questo modo hanno scritto  in modo sublime qualcosa che altrimenti sarebbe stato mediocre.
È così che intendo la creatività. Come un alfabeto: con un numero finito di lettere – che però può dare origine a un numero infinito di combinazioni – che rende possibile la creazione delle istruzioni del frullatore ma anche di capolavori letterari.
Le idee, però, non nascono da sole; il loro grembo deve essere nutrito in modo attivo, attraverso l’attenzione a cose, persone ed eventi che ci circondano, abbandonando la supponenza e il divano, e guardando tutto con curiosità e dubbio.
Ora credo mi preparerò un altro cappuccino: la maionese di quel cavolo di ricetta creativa me l’ha rovinato.





mercoledì 1 febbraio 2017

EDITORIALE Numero ZERO

a cura di Vittoria Sicurella


  Il primo numero di “LIBERAlaMENTE press”, giornalino degli studenti del plesso “Libero Grassi” dell’Istituto Duca Abruzzi di Palermo. 
  Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno diventare protagonisti dell’iniziativa, in particolare gli studenti del plesso stesso. 
 Il  “Libero Grassi”, purtroppo negli ultimi anni ha visto diminuire notevolmente il numero degli studenti, probabilmente dovuto alla “concorrenza” e ad un calo demografico.
  L’iniziativa editoriale, vuole quindi favorire, la libera circolazione delle idee e la condivisione di esperienze e riflessioni nell'intento di far sentire tutti parte di un gruppo. 
  Dare voce agli studenti rappresenta l’opportunità per confrontarsi, sviluppare pensieri ed opinioni, che troppo spesso i giovani, forse perché tali, non riescono ad esplicitare né agli adulti né ai loro coetanei. 
 Mettersi in gioco, avvia sempre un percorso virtuoso che porta ad un ampliamento mentale e culturale, in grado di farci scorgere nuovi orizzonti. 
  Le colonne di questo giornalino mi auguro, diventino anche il mezzo con cui rendere evidente l’enorme sforzo didattico che l’Istituto svolge giornalmente, in modo che tutto il lavoro fatto non rimanga sterile autoreferenzialità. 
  Obiettivo irrinunciabile sarà anche la diffusione della lettura in generale e di quella dei quotidiani in particolare, in un momento in cui leggere e scrivere rappresentano abilità di base sempre più trascurate nella formazione globale di un individuo. 
  Che le colonne del nostro periodico possano dunque diventare uno strumento, promotore del dialogo educativo. 

 Un saluto affettuoso a tutti. ■