PalermoScienza 2017




La nostra esperienza a Palermo Insegna


pubblicato su LiberaLaMentepress
Numero DUE - Maggio 2017



 a cura di 

Alessandro De Luca IV C - AFM
Alfonso Alessio Siino IV C - AFM
Cristhian Licciardi IV C - AFM
Erika Ciulla IV C - AFM


Gli alunni del I.S. Duca-Abruzzi, plesso Libero Grassi hanno partecipato all’evento “Palermo Scienze” svoltosi all’Università degli Studi di Palermo. Il tema di quest’anno è stato “Ambiente e Territorio” e le nostri classi si sono impegnate a condividere con il pubblico gli aspetti della chimica dell’anidride carbonica (CO2), un’esperienza utile per la conoscenza delle sue conseguenze sull’ambiente.
 A tal proposito abbiamo preparato tre esperimenti:
 1.la verifica della presenza di anidride carbonica  nella respirazione;
2.le caratteristiche acide dell’anidride carbonica ;
3.le conseguenze che un aumento dell’acidità nelle acque marine, può provocare alle barriere coralline, con ripercussioni economiche in quei paesi che vivono di pesca. 
La manifestazione era aperta ad  un pubblico ampio, dai bambini fino a docenti universitari, tutti molto incuriositi dalla tematica trattata e dai nostri esperimenti.
Una simile esperienza ha messo alla prova  noi studenti, perché ci ha costretto ad utilizzare complessità linguistiche diverse a seconda del visitatore dinnanzi, permettendoci così, di sviluppare preziose capacità adattive.
Presenti a questa esperienza erano tutti  gli Istituti ed i Licei della Sicilia con oltre 122 espositori, i visitatori erano accompagnati dagli alunni stessi, che guidavano il pubblico lungo il percorso espositivo.
L’esperienza ha permesso agli studenti di poter usufruire di 20 ore di alternanza scuola-lavoro a monte delle 400 previste per legge. Un’attività sicuramente da riproporre perché giudicata molto formativa da ognuno di noi.






La Chimica

Della  CO2


a cura della   Redazione


Siamo tutti preoccupati per gli effetti che l'aumento dei livelli di anidride carbonica (CO2) in atmosfera possono avere sul nostro pianeta e le possibili conseguenze dei cambiamenti climatici sono ben documentati: condizioni meteorologiche estreme ed aumento delle temperature medie globali. L'acidificazione degli oceani, definito come “l'altro problema dell’anidride carbonica” è meno conosciuto al grande pubblico e come tale sottovalutato, ma i suoi effetti potrebbero essere altrettanto gravi.
Oltre ad essere presente come gas nell'atmosfera, l'anidride carbonica è in grado di sciogliersi in acqua, dando origine ad una chimica importante in campo ambientale, geologico e anche biologico. 
Si calcola che gli oceani contengano circa 60 volte la quantità di CO2 che si trova nell'atmosfera, essa reagisce con l’acqua producendo ioni H+ ,
che rendono acida la soluzione:

CO2 + H2O → H2CO3 → H+ + HCO3-





Gli effetti diretti dell'acidificazione degli oceani potrebbero non essere immediatamente avvertibili dagli esseri umani, ma sicuramente influenzano profondamente gli organismi che popolano l'oceano, con effetti a catena sulla catena alimentare che si ripercuoterà fino a noi. 
Una delle conseguenze sarà la decalcificazione delle barriere coralline e dei molluschi, come vongole, ostriche, perché il carbonato di calcio normalmente insolubile che compone i loro gusci inizia a dissolversi. 
In aggiunta, molti studi hanno dimostrato che l'acidificazione degli oceani può modificare il ruolo dei mediatori chimici usati da tali organismi per riprodursi o difendersi dai predatori.
255 milioni di anni fa circa, la maggior parte delle specie marine svanirono e l'acidificazione degli oceani del passato è stata associata alla più grande estinzione di massa sulla Terra.
Durante il Permiano, enormi eruzioni vulcaniche hanno immesso grandi quantità di biossido di carbonio (CO2) e nell’arco di 10.000 anni, il livello di pH negli oceani scese di 0,7 unità e anche se probabilmente altri fattori ne sono stati una concausa, si pensa che questo fenomeno abbia giocato un ruolo fondamentale nell’estinzione di massa.
Se si pensa che questo mutamento avvenne in circa 10.000 anni ed oggi tale processo si sta verificando in soli 100 anni, è improbabile a questo ritmo senza precedenti, che molti organismi saranno capaci di adattarsi .

La natura alla fine, come ha sempre fatto, favorirà la specie più resistente  e più in grado di adattarsi ai cambiamenti!

E l’uomo …
Saprà adattarsi e resistere?

Dopo  questa  lunga  e  poco  rassicurante  premessa,   quali   sono  dunque  i possibili   rimedi   per   contrastare   queste   nefaste   previsioni? 
Il fallimento nella riduzione delle emissioni di CO2, infatti potrebbe portare a una ristrutturazione dell'intero ecosistema terrestre, pertanto … in affiancamento alle migliori politiche di riduzione delle emissioni (utilizzo di energie rinnovabili), si rende necessaria una  strategia alternativa, cioè la cattura ed il sequestro del carbonio o CCS (carbon capture and sequestration), una tecnologia emergente che si propone di eliminare le emissioni alla fonte.





Nessun commento:

Posta un commento