Storie di Integrazione Raccontate dai Ragazzi

STORIE DI

INTEGRAZIONE

RACCONTATE DAI


RAGAZZI



pubblicato su LiberaLaMentepress
Numero UNO - Marzo 2017


 a cura della Redazione



Strada che spunta” di Alli Traina, non è solo il titolo di un libro, ma una straordinaria avventura, che abbiamo vissuto insieme ai nostri ragazzi della classe III C.
E’ stato sorprendente il coinvolgimento dei giovani, definiti “nativi digitali”, che si sono interessati alla lettura di storie di adolescenti con vissuti problematici.
Il progetto ha sortito effetti educativi,i ragazzi si sono immedesimati nelle storie, alla scoperta di nuove realtà, di non facile comprensione.
Questa è la dimostrazione che, se opportunamente guidati e accompagnati, i ragazzi scoprono di amare la lettura sul tradizionale“libro a stampa”, in alternativa alle loro abitudini digitali, che li vedono non “selettori coscienti delle informazioni”, ma protagonisti della comunicazione informatica, il più delle volte approssimativa e superficiale.
Il piacere della lettura li ha spinti anche a confrontarsi con realtà diverse non solo locali, ma anche straniere, usando la lingua francese, non solo come materia scolastica, ma anche come strumento di conoscenza.





Un sogno che si avvera

(prima parte)

pubblicato su LiberaLaMentepress
Numero UNO - Marzo 2017

a cura di

 Danilo Licari III C- AFM
Daniele Gambino III C - AFM
Davide Lauricella III C - AFM
Federico Dumas III C - AFM
Simone Pappalardo III C - AFM


Nato in un quartiere disagiato di Parigi, con problemi familiari ed economici, Henry riesce ad entrare nel mondo calcistico all’età di 20 anni.
 Un brutto infortunio al ginocchio gli impedisce di proseguire la sua carriera calcistica. Avendo perso la speranza di avverare il suo sogno, comincia a cercare lavoro per aiutare la madre, rimasta vedova.
Trova lavoro in un bar, dove incontra per la prima volta Julia, la figlia del proprietario.
L’amore sboccia fin da subito, i due cominciano a frequentarsi e, dopo alcuni mesi, decidono di convivere.
Un giorno, mentre passeggia con Julia, vede dei bambini giocare a calcio per le strade del quartiere, dove è cresciuto, e decide di fondare una società calcistica, che accoglie e sottrae i ragazzi con gravi problematiche comportamentali alla strada.
Questa esperienza gli permette di avverare il suo grande sogno e di coinvolgere nell’attività sportiva tanti adolescenti che, in alternativa, avrebbero intrapreso strade sbagliate.
La storia di Henry serve da monito per tutti noi, che spesso disperdiamo le nostre energie in occupazioni spesso inutili e futili. Coltivare un sogno è una grande opportunità, che dà un senso alla vita. 




LA VITA DI GEORGETTE

 (seconda parte)


pubblicato su LiberaLaMentepress
Numero DUE - Maggio 2017



a cura di
Alessia  Spoto III C- AFM
Valentina Spoto III C - AFM
Ramona Spina III C - AFM
Alessio Venturella III C - AFM




Durante la seconda guerra mondiale, una bambina di nome Georgette Allons si recò insieme alla sua famiglia in una casa in montagna diroccata, situata a Liverpool in Inghilterra.
La famiglia di Georgette era molto povera, non poteva permettersi il cibo, l’acqua e il necessario per la vita quotidiana. Non poteva mandarla a scuola, perché non aveva la possibilità di comprare i libri, i quaderni, le penne e, la divisa scolastica.
Georgette aveva 10 anni, gli occhi blu come il cielo, le guance color ciliegia, il viso scavato, i capelli rosso fuoco e la pelle chiara come la neve.
Era una bambina coraggiosa, timida, simpatica e altruista, perché, nonostante avesse problemi economici, era sempre pronta ad aiutare il prossimo.
Non avendo un tetto sicuro, i suoi genitori decisero di mandarla in un orfanotrofio, così che potessero fuggire per andare in Italia a cercare un lavoro. L’infanzia di Georgette non era stata serena, stava sempre seduta sul davanzale della finestra con la speranza che un giorno i genitori  sarebbero ritornati a prenderla, cosa che, purtroppo, non accadde. Superata la maggiore età, Georgette, decise di andare via dall’orfanotrofio, per trovare un lavoro dignitoso a Londra.
All’inizio non riuscì a trovare un’occupazione , perché non aveva un titolo di studio. Decise così di spostarsi dal centro città in periferia; qui conobbe Etien, un ragazzo francese di vent’otto anni, che si trovava lì come medico primario dell’Hospital Sun, uno degli ospedali più grandi di Londra.
Etien, essendo un ragazzo dal cuore d’oro, decise di aiutarla.
Le insegnò a scrivere, a leggere, le diede una casa e, soprattutto, le offrì un posto di lavoro agli uffici del Comune di Londra, dato che era amico del sindaco Paul West.
Dopo aver dedicato molti anni ad uno studio approfondito sul diritto e su  molte altre materie, Georgette si laureò in giurisprudenza e divenne avvocato. I due si innamorarono, si sposarono ed ebbero due figlie.
Oggi Georgette ha 97 anni, non ha mai più rivisto i suoi genitori dopo quel fatidico giorno e ha scritto  un libro intitolato “La vie et belle” concludendolo con una frase che ha colpito il cuore di molti lettori, ovvero:
Il nostro amore per la vita non è che un vecchio legame di cui non ci sappiamo sbarazzare” . 


La forza di chi sbaglia e volta pagina


  (Terza parte


pubblicato su LiberaLaMentepress
Numero TRE  - Giugno 2017

a cura di

Maria Granicelli III C- AFM
Ramona Panu III C - AFM
Samuele Terranova III C - AFM
Ignazio Mutolo  III C—AFM
Salvo Sala III C - AFM







Il primo nucleo, che ha la funzione di proteggere ed educare il bambino, è la famiglia, ma Antoine non ha ricevuto dai suoi genitori nessun sostegno, ha dovuto costruire il suo futuro da solo e con molti sacrifici.
Antoine lascia la scuola all’età di dodici anni ed è costretto a lavorare per andare avanti.
A trentacinque anni, dopo circa vent’anni di lavoro in una fabbrica, viene licenziato a causa di una riduzione del personale, nonostante avesse dedicato metà della sua vita al lavoro.
Fino a quel momento era riuscito a mantenere la sua famiglia e a crescere i suoi tre figli nel benessere.
Dopo  il licenziamento, vedendo che quel benessere si era tramutato in sofferenza, comincia a svolgere svariati lavoretti.
Tuttavia non riesce a mandare avanti la sua famiglia, nonostante si fosse sempre rimboccato le maniche.
Si ritrova solo ad affrontare una situazione più grande di lui e, così, in un momento di confusione e di disperazione, intraprende una strada sbagliata per amore della sua famiglia e della moglie, alla quale era stata diagnosticata una grave malattia.
Inizia a far parte di un’associazione a delinquere, dove ogni giorno vive situazioni pericolose e poco piacevoli, per riuscire a portare dei soldi a casa.
Per un lungo periodo conduce questa vita, riesce a pagare le cure della moglie e a fare degli investimenti per i figli.
Appena comprende che la situazione in casa si era stabilizzata, comincia a pentirsi di quello che aveva fatto e decide di collaborare con la giustizia, svelando i nomi e i segreti dell’associazione, di cui faceva parte.
Gli inquirenti apprezzano il suo gesto e decidono di concedergli delle misure alternative alla detenzione con un programma di riabilitazione, che gli consente di prendere contatto con il mondo del lavoro.
Questa è stata una grande opportunità per Antoine, il quale ha pagato il suo debito con la giustizia e oggi è una persona diversa, utile alla sua famiglia e al quartiere in cui vive. 







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